Il Friccò

Il modo migliore per conoscere una regione non è solamente attraverso la storia delle sue città, ma anche attraverso i suoi piatti e prodotti tipici.

Uno dei piatti più tradizionali della cucina Umbra è il friccò.

Piatto della tradizione contadina, è sempre stato considerato e chiamato un piatto “povero”.

Questo piatto – per così dire “povero” -, comprende ricette preparate con ingredienti semplici, utilizzando ciò che è disponibile in casa; richiede tanta fantasia, ma soprattutto tanta attenzione nella cottura, dove principalmente si nasconde il segreto della riuscita.

Ingrediente principale il pollo, ovviamente allevato da noi, con le attenzioni e le cure che ci mettiamo in ogni cosa che produciamo, partendo dall’orto fino ad arrivare agli animali, allevati rigorosamente all’aria aperta.

Si procede con il taglio in piccole parti, in modo da rendere la cottura ottimale, si mette in padella con olio, trito di rosmarino, aglio e salvia, si aggiunge sale e pepe.

Si lascia soffriggere facendolo dorare e aggiungendo poco alla volta del vino bianco.

Quando parlo di vino bianco, è importante usare non un qualunque tipo di vino: nella mia cucina, per questo piatto, uso il Grechetto Umbro.

È un vino attraente, dal colore brillante.

Al naso si mescolano intense note di pera, pesca e frutta esotica, con esalazioni di fiori di biancospino e la caratteristica nota di nocciola e mandorla.

Non soltanto ottimo da utilizzare per le ricette in cucina ma perfetto anche per essere bevuto a tavola ad accompagnare il protagonista di questo post.

Il Grechetto Umbro non è l’unica compagnia del friccò: anche il Rosso di Montefalco, un vino rosso rubino che rivela intriganti note di amarena, erbe aromatiche, sottobosco e macchia mediterranea, riesce ad accompagnare in maniera eccellente il nostro piatto.

E non dimentichiamo anche il nostro Sagrantino.

Inutile ribadire che sono tutti vini della nostra meravigliosa terra.

Una volta rosolato a dovere, si aggiunge la passata di pomodoro, fatta da noi, con i pomodori raccolti nel nostro orto.

Particolare attenzione bisogna darla anche alla quantità di pomodoro, in quanto non deve essere annegato nello stesso, ma deve essere il giusto quantitativo per far sì che diventi un accompagnamento e mai una copertura del sapore della carne, che deve rimanere la protagonista indiscussa.

A questo punto subentra prepotentemente l’uso di uno dei cinque sensi, quello dell’olfatto, per capire se i sapori messi all’inizio della ricetta sono nella giusta quantità.

Nel caso in cui percepisca la carenza di questi ingredienti, una piccola spolverata la aggiungo per insaporire ulteriormente.

Allungo lentamente con il vino bianco, continuando a girare, per far sì che ogni singolo pezzo sia perfettamente amalgamato con il resto degli ingredienti.

E per accompagnare il friccò cosa c’è di meglio della crescia?

… Cosa è la crescia?

È un altro prodotto tipico dell’Umbria: le sue origini si pensa siano della zona di Gubbio. Da tempi antichissimi venivano mangiate pagnotte impastate con varie farine, che poi venivano cotte su lastre roventi.

Con pochi ingredienti, farina, acqua e lievito si ottiene un friabile disco molto basso di pasta, con una croccante sfogliatura.

A questo punto ci siamo, il gioco è fatto.

Vi è sembrato un piatto semplice?

Sicuramente gli ingredienti lo sono, ma vi assicuro che il friccò in pochi lo sanno cuocere nella maniera corretta, mettendo il giusto quantitativo di spezie e pomodoro.

Non si deve mai perdere la concentrazione, basta veramente un attimo per rendere un piatto dagli ingredienti semplici un piatto immangiabile o, perlomeno, non all’altezza di una certa qualità.

Il tempo di cottura è di circa tre ore e il risultato, vi posso assicurare, è unico e inimitabile.

Vi aspetto tutti nel nostro ristorante, per assaggiare le nostre specialità casalinghe e della tradizione eugubina.

Scarpetta assicurata!

 

Il Friccò, piatto tipico della tradizione umbra